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SELVAGGIO BLU

Diciamo pure che l’amico Floriano ci aveva azzeccato, più che Selvaggio Blu potremmo definirlo Selvatico Blu!! In Sardegna i sentieri non sono proprio uguali ai nostri, bastano pochi cespugli, anche radi, e se ti distrai un attimo non vedi più chi ti stava davanti, sei perso!! La parola d’ordine era: “si vede l’ultimo?” E poi si cammina in mezzo ad una profumatissima macchia mediterranea, peccato che i rovi siano pieni di spine che al tuo passaggio non si spostano minimamente ma sembra che ti vengano incontro conficcandosi e graffiandoti polpacci e braccia. E per fortuna io raggiungo appena appena il metro e mezzo, perché tutti gli altri hanno dovuto lottare con i rami sporgenti proprio sulle loro teste!

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Non parliamo poi del percorso ad ostacoli degno di “giochi senza frontiere”. Ci siamo appesi a corde calandoci nel vuoto col mare moooolto sotto di noi, aggrappati a rocce taglienti, rami di olivastri, camminato su tronchi di ginepro come se fossero assi di equilibrio in sospeso su pareti a strapiombo, scesi da pali con intagli invisibili, percorso cenge strettissime su un terreno che si sbriciolava sotto i nostri piedi come i biscotti nel te.

Provare a mettere qualche catena nei passaggi più pericolosi no è?? Neanche per idea, altrimenti che selvaggio sarebbe? Ok, sguardo a monte e avanti…

DSCN0575        IMG_0119IMG_0128                           ott 088   IMG_0179                                            ott 115      DSCN0762      IMG_0291          ott 217                  IMG_0290IMG_0289        IMG_0287IMG_0307                           IMG_0294

Il tutto sotto lo sguardo divertito degli autoctoni: capre e la nostra guida Mario, unici esseri viventi sopravvissuti alla selezione della specie da queste parti. Mario è figlio di pastori sardi che passano la loro vita su e giù da questi posti da generazioni, per cui il suo sogghigno era pari a quello di noi lecchesi nel vedere avventurasi per i nostri monti i milanesi abituati alla piazza del Duomo.

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Però abbiamo visto posti bellissimi, qualcuno lo si può raggiungere anche comodamente in barca ma arrivarci con i propri piedi…non ha prezzo!! E poi che mangiate! Il primo giorno siamo partiti da Santa Maria Navarrese e abbiamo pranzato in riva al mare proprio sotto Pedra Longa. La sera abbiamo cenato dentro ad un ex ovile dove su un grande camino è stato cucinato un ottimo porceddu.

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Il secondo giorno siamo arrivati a cala Pedrosu, un fiordo con le pareti talmente alte e strette che il mare lo si vedeva solo inoltrandosi a nuoto. E anche qui carne allo spiedo.94 Selvaggio blu      DSCN0595                                                   IMG_0132

 

Il terzo giorno abbiamo pranzato con Cala Goloritzè proprio sotto i nostri piedi e per cena eravamo a Cala Mariuolo con il pesce fresco e abbiamo dormito sotto le stelle con un tramonto ed un’alba da lasciare senza fiato.

DSCN0666     IMG_0166IMG_0218                   IMG_0215IMG_0269         IMG_0251IMG_0264         

Il quarto giorno con l’ultima calata in doppia ci siamo trovati davanti la magnifica Grotta del Fico. Mario è anche speleologo e gran parte del lavoro di scoperta di questo splendore nascosto è merito suo, così siamo rimasti a bocca aperta quando ce la siamo trovata davanti e addirittura abbiamo piantato le nostre tendo proprio li dentro!!                 IMG_0326                   IMG_0337

Purtroppo il quinto giorno si è messo a piovere a dirotto e abbiamo dovuto abbandonare la costa per ripiegare verso l’entroterra e rientrare poi a Santa Maria Navarrese con le jeep. Ci mancano due giorni di cammino, Cala Sisine e Cala Gonone, a quando la conclusione del Selvatico Blu?? Speriamo presto!

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Una donna in costume tipico ad un matrimonio e i corbezzoli!!!!

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Mega mangiata di pesce all’ittiturismo di Arbatax per concludere bene la vacanza.

ott 293  La mappa del trekking, esistono infinite varianti di ogni difficoltà e i nostri amici sardi ne cercano e ne creano continuamente di nuovi.

Ottimi compagni di viaggio con me c’erano Sergio, Laura e Giorgio, Giuliana, Giulia e Augusto, Ruggiero, Tonino, Luca, Loredana e Alfredo, e un amico che si professava vegano prima di partire ma non ha resistito al porceddu sardo!!

Chichi

Selini al Tour del Monte Rosa

 

Eccoci ad una nuova settimana verde. Dopo l’Alta via n.2 delle Dolomiti nel 2013 e la n.1 nel 2014, quest’anno abbiamo fatto un grande anello: il TMR, il Tour del Monte Rosa. Partiti da Alagna domenica 2 agosto, vi abbiamo fatto ritorno domenica 9 agosto 2015. Siamo stati molto fortunati perché il tempo è stato sempre molto bello tranne l’ultimo giorno dove siamo stati costretti a prendere la funivia perché diluviava.

 

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Ecco la salita per antica mulattiera che sale da Alagna al passo del Turlo a 2731 metri e poi discende su Macugnaga con uno bellissimo zig-zag. Questa prima tappa è risultata essere la più lunga, in tutto ci abbiamo messo 12 ore comprese le soste. Essendo partiti al mattino presto da Lecco la giornata è stata decisamente lunga. Se poi consideriamo che lo zaino più leggero pesava 11 kg… Siamo partiti in 7: Laura, Giuliana, Luisa, Tonino, Roberto, Rosi ed io e tutti abbiamo raggiunto Macugnaga dove ci aspettavano Giorgio e Gilberto.

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Lunedì mattina con cielo terso da Macugnaga siamo saliti al rifugio Oberto, Tonino e Rosi sono saliti in funivia e ci hanno portato una buonissima anguria! Non è da tutti un’anguria a quasi 3000 metri! Ma la giornata era molto calda e l’anguria molto gradita.

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La vista dal rifugio era spettacolare, straordinarie vedute sulla parete est del Monte Rosa e lassù si vede anche la capanna Margherita.

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Poco sopra il rifugio si arriva al Passo di Monte Moro a 2870 metri che fa da confine con la Svizzera e laggiù vediamo il lago artificiale di Mattmark. Molti operai italiani hanno costruito questa diga e purtroppo sono morti a causa di una frana di sassi e ghiaccio che si è staccata da una parete adiacente e questo per causa umana prevedibile ed evitabile, ma sembra che gli svizzeri avessero fretta di finire i lavori e poi abbiamo messo a tacere la questione. Per maggiori dettagli guardate questo link.  https://it.wikipedia.org/wiki/Sciagura_di_Mattmark

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Questi invece sono Marco e Antonio: gli zaini rispettivamente di Luisa e Roberto. Erano tra i più grandi e si sono meritati questo soprannome.

Gilberto e Giorgio che ci hanno accompagnato nella salita sono scesi per la stessa via rientrando a Macugnaga e poi a Lecco. Purtroppo Rosi si è dovuta unire a loro a causa di un problema con un dente che non le ha dato alternativa.

Noi 6 invece abbiamo continuato fino a raggiungere il lago e poi fino alla diga. Appena sotto c’era un pullman postale svizzero che ci ha condotti fino a Saas Almagell, Sass Fee e Stalden. Da qui abbiamo proseguito per Zermatt con il treno dove siamo arrivati alle 21,30. Mentre attraversavamo la nota località turistica in cerca dell’ostello siamo rimasti letteralmente folgorati dalla visione del Cervino che si è aperta improvvisamente davanti a noi.

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Martedì abbiamo fatto riposo aggirandoci da turisti per Zermatt. Abbiamo visitato il museo e ci siamo arrangiati con il pranzo alla bell’e meglio visti i prezzi esorbitanti. Quest’anno ricorreva il 150° anniversario della prima salita al Cervino effettuata da un inglese insieme a delle guide locali e ci sono grandi celebrazioni, viene perfino illuminata la cresta alla sera. E’ anche il 50° anniversario della salita della parete nord in solitaria fatta da Bonatti, ma di questo gli svizzeri credo si siano dimenticati. Bisogna però ammettere che il Cervino dal versante Svizzero è superbo!           IMG_0150                   IMG_0158

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Ed eccoci a mercoledì, si riparte, gambe in spalla, 1800 metri di dislivello  tutti a piedi dall’ostello fino al Teodulo a 3337 metri. Ancora una bellissima giornata  con vista costante sul Matterhorn che catalizza costantemente l’attenzione; è praticamente impossibile staccare lo sguardo da questa meraviglia della natura. E poi ci sono queste simpaticissime pecore autoctone.

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Qui ci sono Luisa e Giuliana e il ghiacciaio che scende dal Braithorn

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Luisa, Giuliana e Laura sono pronte per attraversare il ghiacciaio.

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Giovedì ripartiamo seguendo i segnali che ci hanno accompagnato per tutta la settimana e scendiamo sopra Cervinia dove in inverno si scia, per poi passare nella splendida valle dell’ Aventine e alla Comba di Rollin.

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E cammina cammina arriviamo fino in Val D’Ayas al rifugio Ferraro. Ci fermeremo due notti in questo rifugio per aver modo di salire al Mezzalama. Si tratta di un posto molto molto carino, accogliente, si mangia bene, la gestrice Fausta è proprio brava. Ve lo consiglio vivamente. Noi ci siamo arrivati dopo una lunga giornata di cammino ma è raggiungibile dal fondovalle in una mezz’ora.

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Venerdì, sempre fortunatissimi con il meteo, siamo saliti al rifugio Mezzalama passando dal lago Blu e abbiamo raggiunto il rifugio sul sentiero che passa  proprio sul filo della morena. Si arriva in mezzo ai ghiacciai sotto il Lyskam, spettacolo infinito!

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Se si prosegue oltre il Mezzalama si può raggiungere il rifugio Guide D’Ayas.

Al ritorno abbiamo avuto un bell’incontro con la fauna locale, prima un camoscio, poi due e un paio d’ore dopo siamo arrivati a 6 bellissimi esemplari.

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Sabato lasciamo a malincuore il rifugio Ferraro per dirigerci verso il Gabiet. Il sentiero è molto bello e la visione del Rosa ora è sul versante meridionale.

IMG_0395      IMG_0396      IMG_0404   IMG_0414  IMG_0416  Nel pomeriggio ci raggiunge la perturbazione e ci rifugiamo in una stalla. Ad una tregua ci avviamo per scendere fino a Sfaffal ma un altro acquazzone ci prende in pieno, così prendiamo una bidonvia per salire al Gabiet. Quassù il rifugio era pieno così per fortuna siamo in un piccolo albergo dove riusciamo ad asciugare gli scarponi.

Domenica, ultimo giorno, alle 8,00 non piove anche se il cielo è plumbeo. Mentre facciamo colazione dal fondo della valle vediamo salire la pioggia. Ci dobbiamo rassegnare, rientreremo ad Alagna in funivia. Vestiti, o meglio, impacchettati di tutto punto scendiamo a prendere l’ovovia, tanto saranno 5 minuti, ma sono bastati per lavarci i piedi!! Intanto un fulmine ha bruciato non abbiamo bene capito cosa della funivia, dobbiamo aspettare che la riparino. Aspetta, aspetta, e quando ci hanno già caricato sui pick-up per raggiungere il Passo dei Salati la cabinovia improvvisamente riprende a girare. Tutti giù dal pick-up e su sulla funivia. Saliamo ai Salati e scendiamo dal versante opposto fino ad Alagna.

  IMG_0431     Questa cosa di saltare l’ultimo giorno di un così bell’anello proprio non la digeriamo. Potremmo tornare a ripercorrere questo tratto, ma come? Se ci vogliono 5 ore a piedi attraverso il Col d’Olen, con l’auto sono 180 km da Gressoney ad Alagna, non è fattibile, e allora? Allora ideona, l’anno prossimo gita SEL! Siete avvisati!!!

Chichi e compagnia.

SELINI IN CIMA AL MATITONE

Mercoledì 22 luglio siamo andati a visitare il campanile della basilica di Lecco. Eravamo in 28!! Grazie ad una geniale idea di alcuni ragazzi della parrocchia di Lecco ora il nostro bel matitone è visitabile. Questi ragazzi hanno ripulito, messo in sicurezza e reso accessibile il tutto. Svolgono questo lavoro come volontari e raccolgono offerte da devolvere in beneficenza. Per informazioni più dettagliate andate sul sito www.campaniledilecco.it

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Si parte dai sotteranei dove viene spiegata la storia delle fondamenta.IMG_0384 Poi si sale dalla scala che gira tutto intorno.

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C’è perfino un modellino del campanile fatto con i LEGO.

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Una volta raggiunte le campane la vista è magnifica.IMG_0391         IMG_0392          IMG_0394                    IMG_0395

Ma si sale anche sopra le campane grazie ad una scala a pioli

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Quassù, appena sotto la punta del matitone, c’è un terrazzo che gira tutto intorno e consente veramente una vista a 360° sulla nostra bella città.

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Le campane viste dall’alto con uno scorcio del lago    IMG_0415      IMG_0417

Affrontiamo impavidi la scala a pioli…vediamo se indovinate il lato B dei nostri amici…

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Ma poi bisogna anche scendere, intanto è arrivato il tramonto e le foto si sprecanoIMG_0428      IMG_0430 IMG_0433    IMG_0439  IMG_0441    IMG_0442

Foto ricordo del gruppone

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Tante grazie ai ragazzi volontari della parrocchia per la loro disponibilità e l’organizzazione perfetta!!! Complimentoni!!!